Un vecchio detto ci insegna che, infine, bisogna sempre fare i conti con l’oste. E se non si sta attenti a ciò che si ordina e in che quantità, il conto può risultare più salato di ciò che si era immaginato. Pagare o lavare i piatti…
In questa commedia dell’assurdo, però, bisogna capire chi è l’oste e chi l’avventore, e se qualcuno ha supposto che millequattrocento e più agenti di viaggio fossero gli avventori, ha sbagliato osteria per soddisfare i propri appetiti. Millequattrocento osti, con il pancione prominente, le braccia pelose, il grembiule imbrattato, un taccuino in una mano e una mannaia nell’altra, che presentano il conto ad un unico avventore… Beh, si, è un’immagine degna del miglior Quentin Tarantino…
La protesta capitanata da A.I.A.V. contro il down-sizing (ridimensionamento) delle commissioni percepite dagli agenti di viaggio per il proprio lavoro di intermediazione, assume oggi valori nuovi, quelli della consapevolezza, della condivisione, della reazione.
Ma davvero si sta a fare tutto ‘sto baillamme per un ridicolo 3% su 19 euro? Meno di un caffè nel più infimo bar dello Stivale? No, non è certo per i pochi centesimi che non cambiano la vita a nessuno, men che meno a chi li dovrebbe erogare, ma è diventata una questione di principio.
Il principio è semplice: tu hai un lavoro da far fare a qualcuno. Io te lo faccio con annessi e connessi, piccolo o grande che sia, e tu mi paghi, poco o tanto che sia, in funzione al valore del servizio prestato. Un sistema equo, a dir poco?
E’ UN PRINCIPIO UNIVERSALE su cui si basa l’intera economia del mondo libero, ed è un assoluto mentecatto (se in buona fede), se non un imbroglia popoli (malafede), chi asserisce il contrario. Avete mai visto un netturbino lavorare gratis salvo poi farsi dare qualche spicciolo dalle famiglie cui vuota i bidoni della spazzatura? Esiste un conducente di tram che lavori gratis salvo poi arrabattarsi maggiorando i biglietti dei viaggiatori del suo tram? Siete a conoscenza di un insegnante che a fine giornata presenti il conto alle famiglie dei propri alunni? Avete mai visto un’inserzione: "Azienda di prestigio assume in tutti i reparti senza alcuna retribuzione, no perditempo"?
Ma che dire, tutti ‘sti manager di ‘ste grandi aziende, hanno mai fatto un “down-sizing” dei proprio stipendi ed emolumenti? O hanno mai pensato di lavorare gratis, secondo sempre lo stesso principio che intendono propinare agli altri, facendosi pagare dagli utenti, magari?
Eh no! Il principio di avvalersi di un servizio non retribuito, pare che non si applichi ad altre categorie lavorative, umili o nobili che siano, e quindi non vedo perché debba essere applicato ed obbligato ad una sola.
Forse è una coincidenza di fattori, o forse si tratta di una nuova consapevolezza, o forse soltanto che si è ampiamente usciti dal seminato, fatto sta che per meno della metà del valore di un caffè siamo arrivati al… negazionismo… la negazione di un principio talmente banale che in alcuni casi, udite udite, è diventato anche reato. Che paradosso!
E se questi millequattrocento blackouttari diventassero duemilaottocento? E se fossero… cinquemila? Allora povero colui che a fine pasto, prima o poi, fosse costretto a pronunciare il fatidico: “the bill, please…”
Dario Nicola Scuto