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A NOI STA BENE COSÌ…

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William Shakespeare avrebbe scritto “Much Ado About Nothing” che, tradotto, si riduce al “Tanto rumore per nulla”, proprio quella che è diventata la principale attività di parecchie associazioni…

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Leggiamo in questi giorni, sulle testate di settore, numerose dichiarazioni rilasciate da alcuni rappresentati delle associazioni appartenenti alla nostra categoria, che a diverso titolo di scagliano contro l’operato del Ministero del Turismo.

Il malcontento più profondo si registrerebbe, a loro dire, con riferimento alla sperequazione riferita al contributo a fondo perduto (MiBACT) di cui all’art. 182 comma 1 DL 34/2020, alla scarsità dei contributi elargiti ad agenzie di viaggio e tour operator dal 2020 ad oggi, alla prossima scadenza dei voucher “non ancora coperti da opportuni aiuti” ed  alla gestione della negoziazione degli aiuti di Stato da parte del Ministero del Turismo, che non avrebbe ottenuto di inserire i contributi a fondo perduto, destinati ad agenzie e T.O. (art. 182, D.L. 34/2020), nella negoziazione del regime quadro (“a ombrello”) all’interno della sezione 3.1 e 3.12 (Temporary Framework).

Ora. Comprendiamo perfettamente che l’atteggiamento di chi si scaglia sempre e a prescindere contro tutti e tutto possa risultare per molti accattivante, ma noi abbiamo deciso di restare dalla parte di chi sulle cose (e sulle notizie) prova a ragionare.

Che il criterio adottato dal MiBACT per erogare i 640 milioni di euro ad agenzie di viaggio e tour operator sia stato sperequativo, ma anche ingenuo, approssimativo e lesivo per gli interessi di molti agenti di viaggio e per l’erario, è cosa vera e accertata.
Ma la domanda che ci poniamo è: perché urlare oggi? Perché nessuno ha fatto nulla allora? Perché le uniche rimostranze di allora riguardavano – ancora – il Temporary Framework e non le difficoltà delle micro imprese, quali sono le agenzie di viaggio?

Ricordiamoci, però, che prendersela col ministro Garavaglia quando il sistema di erogazione dei contributi era stato stabilito dal MiBACT in accordo con le stesse associazioni che oggi lo criticano, è perlomeno stupido.

In quanto alla scarsità dei successivi contributi, c’è da dire che il ministro Garavaglia – pubblicamente, nell’agosto 2021, davanti ad una più che discreta platea – dichiarò che non ci sarebbero più stati contributi del peso simile a quelli del 2020. Probabilmente qualcosa sarebbe ancora arrivato, ma agenzie di viaggio e tour operator avrebbero dovuto trovare il loro ossigeno nei piani del PNRR.

Purtroppo qualcuno ha – anche allora – urlato e promesso, accendendo speranze poi deluse anziché affrontare la realtà in modo costruttivo.

E poi i voucher, enorme iceberg capace di squarciare chiglie ben più robuste di quelle dei moderni transatlantici del turismo… Il gruppo del “turismo organizzato” continua a chiedere al ministro Garavaglia di farsene carico, anche lavorando per la concessione di finanziamenti a lungo termine e a tasso zero.

Noi siamo totalmente contrari a questa soluzione. O, perlomeno, siamo d’accordo solo quando il richiedente possa dimostrare – caso per caso – di aver pagato i servizi indicati dal voucher a fornitori che non hanno, a loro volta, rimborsato quanto incassato. In caso contrario – siccome gli emittenti i voucher avrebbero utilizzato il denaro dei viaggiatori alla pari di quello derivante dai fidi bancari – paghino i dovuti interessi evitando di creare un ulteriore costo per le casse dello Stato.

Infine – o di nuovo – si torna sul Temporary Framework accusando nuovamente il ministro Garavaglia di non aver fatto nulla per evitare che la mancata applicazione del regime “a ombrello”, per i contributi a favore di agenzie e T.O., comportasse limitazione degli aiuti bloccandoli alla soglia di 1,8 milioni per ciascuna impresa (soglia prevista dalla sezione 3.1), anziché elevarla (in applicazione del predetto regime) alla maggiore somma di euro 11,8 milioni di euro per ciascuna impresa.

Diciamo, tanto per cominciare, che lamentarsi col ministro Garavaglia del Temporary Framework e del “regime ombrello” quando il Ministero responsabile (e autore delle decisioni) fu il MEF, col ministro Daniele Franco, mi sembra proprio volersi accanire sempre e comunque contro lo stesso soggetto.
Ma sorvoliamo.
Resta comunque il fatto che lamentarsi – a prescindere – perché agenzie e tour operator non potranno beneficiare di un contributo aumentato fino ad 11,8 milioni di euro per ciascuna impresa, senza valutare se il monte totale dei contributi sarà innalzato, è un atteggiamento alquanto miope. E – perché sia chiaro – il monte totale dei contributi, già previsto dalle norme in vigore, non sarà innalzato.

Quindi, quale è la conclusione?  La conclusione è che innalzando il tetto dei contributi per singola impresa, senza innalzare quello del totale dei contributi erogati, i grandi player, che avranno diritto ad ottenere di più, prenderanno ancora di più, mentre le piccole realtà (che sono la stragrande maggioranza), non godranno di alcun beneficio e, anzi, potrebbero vedere erosa la quota a loro spettante.

Il polverone sollevato da alcune associazioni su questo tema è, quindi, inutile, dannoso e miope. Non serve innalzare la soglia degli aiuti fino a 11,8 milioni di euro (cifra che spetterebbe a qualche grande player in Italia e non certo alle piccole agenzie di viaggi), ma rivedere i criteri di distribuzione e magari il tetto degli aiuti complessivi, in modo che a prendere di più non sia, come sempre, chi ha già preso di più, ma chi di più ha bisogno.

Chiudo con qualche domanda rivolta a tutti gli agenti di viaggio ma, soprattutto, a chi dice di volerle difendere: perché nessuno oltre l’AIAV ha reagito di fronte alla sperequazione nella distribuzione dei contributi a fondo perduto del MiBACT? Quanti e quali agenti di viaggio possono dire di aver sentito il ministro Garavaglia promettere ciò che non è poi arrivato? È vero o no che le agenzie di viaggio hanno già da tempo pressoché risolto la questione voucher in maniera corretta e soprattutto onesta verso i loro clienti? E infine, quante agenzie avrebbero potuto beneficiare di aiuti superiori a 1,8 milioni di euro?

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